La crescente diffusione del lavoro ibrido porta con sé opportunità e nuove sfide. Nonostante i benefici, questo modello ha introdotto delle vulnerabilità che, se non affrontate, possono compromettere la protezione dei dati e delle infrastrutture aziendali.

In passato, la sicurezza informatica era progettata per ambienti di lavoro centralizzati, in cui l’accesso alle risorse aziendali avveniva in luoghi fisici controllati. Con l’affermazione dell’hybrid working i dipendenti accedono ai dati anche da remoto, utilizzando dispositivi personali e reti domestiche. Diviene, quindi, necessario adottare soluzioni di cybersecurity dinamiche e avanzate, che possano preservare l’integrità delle informazioni indipendentemente dalla posizione del lavoratore, per assicurare una protezione efficace contro minacce esterne e attacchi informatici.

Le peculiarità del lavoro ibrido

Affermatosi a seguito della pandemia, l’hybrid working rappresenta un modello flessibile, che prevede l’alternanza fra smart working e attività in presenza.

Il lavoro ibrido può essere strutturato secondo due modalità:

  • remote-first, in cui prevale l’attività da remoto con un’occasionale presenza in azienda;
  • office-first, in cui l’ufficio rimane il principale luogo di lavoro.

Fra i maggiori benefici del lavoro agile vi è la riduzione dei costi operativi: risparmio energetico, ottimizzazione degli spazi fisici, risparmio sui rimborsi chilometrici e sulle spese di viaggio. La possibilità di ingaggiare professionisti qualificati indipendentemente dal luogo di residenza, inoltre, amplia le opportunità di reclutamento e la disponibilità di competenze specialistiche.

Secondo il Report 2024 di Great Place to Work Italia, il 56% delle organizzazioni “eccellenti” (caratterizzate da buone prassi che promuovono il wellbeing aziendale), offre la possibilità di lavorare da remoto due o tre giorni alla settimana, con l’obiettivo di stimolare l’innovazione e incrementare il grado di soddisfazione personale. Un migliore equilibrio tra lavoro e vita privata, oltre a contribuire al benessere dei dipendenti, produce vantaggi tangibili anche per l’azienda, grazie a una maggiore fidelizzazione e a una sostanziale riduzione delle assenze. Ciò può portare a una maggiore produttività, complice la possibilità di evitare spostamenti e di svolgere le proprie mansioni in un ambiente privo di distrazioni.

I rischi correlati

Le sfide per la sicurezza informatica, nell’era del lavoro ibrido, riguardano principalmente tre aree: protezione dei dispositivi e delle connessioni da remoto; gestione delle identità e degli accessi; rischio di attacchi mirati come il phishing.

I dipendenti che operano da remoto spesso utilizzano dispositivi personali, che non sempre vengono sottoposti a regolari aggiornamenti di sicurezza. Potrebbero risultare, quindi, più soggetti a malware o attacchi informatici. Le reti Wi-Fi domestiche, a loro volta, difficilmente sono dotate di sistemi di protezione avanzata. Questa vulnerabilità aumenta il rischio che dati sensibili, come credenziali o documenti riservati, vengano intercettati, compromettendo così la sicurezza dell’intera infrastruttura aziendale.

Con l’introduzione del lavoro distribuito, è sempre più complesso monitorare in tempo reale chi entra in contatto con determinate informazioni e risorse. Senza un sistema adeguato di gestione degli accessi, c’è il rischio che persone non autorizzate possano acquisire informazioni vitali per l’azienda, con il potenziale di causare danni irreparabili. La distanza fisica dall’ufficio, inoltre, comporta l’assenza di supervisione e supporto diretto, incrementando la vulnerabilità dei lavoratori agli attacchi di phishing, attraverso email false e messaggi ingannevoli che inducono gli utenti a compiere azioni rischiose, come cliccare su link dannosi o aprire allegati infetti.

Soluzioni per garantire la sicurezza informatica

Per rispondere alle nuove sfide in materia di sicurezza informatica, le aziende sono chiamate ad adottare politiche rigorose, fra cui: il monitoraggio costante delle proprie infrastrutture e l’applicazione tempestiva degli aggiornamenti di sicurezza; l’adozione di modelli di controllo per la gestione degli accessi; la promozione di programmi di sensibilizzazione e formazione continua.

Occorrono, inoltre, soluzioni tecnologiche avanzate, che garantiscano la protezione delle informazioni e delle infrastrutture.

  • Firewall e sistemi di prevenzione delle intrusioni (IPS): sono essenziali per proteggere la rete aziendale, monitorano il traffico in entrata e in uscita, bloccando eventuali attività dannose o sospette.
  • VPN (Virtual Private Network): garantiscono una connessione sicura quando i dipendenti accedono da remoto; creando un tunnel cifrato tra il dispositivo dell’utente e il server aziendale, proteggono la trasmissione dei dati, impedendo che vengano intercettati o manipolati da attaccanti esterni.
  • Crittografia dei dati sensibili: è fondamentale per proteggere la privacy e l’integrità delle informazioni. I dati aziendali devono essere criptati sia quando sono in transito, ossia quando viaggiano tra il dispositivo dell’utente e i server aziendali, sia quando sono archiviati, poiché anche i sistemi aziendali possono essere oggetto di violazioni o attacchi diretti. Particolarmente utile, in scenari di comunicazione sensibile, è la crittografia end-to-end (E2EE), mediante la quale i dati vengono cifrati direttamente sul dispositivo di origine e decrittati solo nel momento in cui arrivano sul dispositivo del destinatario.
  • Autenticazione multifattore (MFA): è una delle misure più efficaci per prevenire intrusioni. Prevede più di un metodo di verifica, ad esempio l’inserimento di una password già in possesso dell’utente e, successivamente, di un codice inviato tramite SMS o app.
  • Gestione delle identità e degli accessi (IAM): le soluzioni IAM (Identity and Access Management) permettono di monitorare gli ingressi e revocare i diritti quando necessario. Strumenti come il Single Sign-On (SSO), che consentono agli utenti di autenticarsi con un solo set di credenziali per accedere a più applicazioni o servizi, semplificano le attività, senza compromettere la sicurezza.

NIS2: la nuova regolamentazione europea sulla sicurezza informatica

La Direttiva NIS2, recentemente approvata dall’Unione Europea, introduce nuove regole per migliorare la sicurezza informatica delle infrastrutture in tutti gli Stati membri. La normativa si applica a diverse categorie, tra cui i fornitori di servizi essenziali come l’energia, la sanità e i trasporti, le Pubbliche Amministrazioni, i fornitori di servizi digitali e fiduciari. La NIS2 obbliga le organizzazioni a implementare misure di sicurezza robuste, a prevenire i rischi e a notificare tempestivamente eventuali incidenti alle autorità competenti.

Per le aziende che operano in un ambiente ibrido la NIS2 è particolarmente rilevante, poiché stabilisce requisiti più severi in termini di protezione delle informazioni e continuità operativa, imponendo standard di sicurezza anche per i fornitori di servizi esterni e i partner aziendali.

Per individuare eventuali vulnerabilità e aiutare le imprese a conformarsi alla NIS2, iTech Group ha attivato un servizio di consulenza gestito da professionisti certificati, in grado di coprire aspetti tecnici, legali e di cybersecurity. La nostra attività di assessment si rivolge a una vasta clientela del settore pubblico e privato: dai grandi provider di servizi essenziali, alle piccole e medie imprese che operano in settori critici per la sicurezza. iTech Group offre, inoltre, supporto alle aziende fornitrici delle organizzazioni soggette alla normativa, per garantire che rispettino le stesse rigorose misure di sicurezza.