La maschera di input e la maschera di output giocano un ruolo cruciale nei processi informatici, in quanto contribuiscono a rendere il sistema più efficiente e a migliorare la user experience. Quali sono le principali differenze? Mentre la maschera di input permette di raccogliere in maniera corretta e strutturata le informazioni immesse dall’utente, la maschera di output serve a rendere chiare e fruibili le informazioni elaborate dal sistema informatico.

Cosa si intende per maschera di input?

In ambito IT questa espressione fa riferimento a una specifica struttura che guida o limita l’utente durante la digitazione, laddove sia indispensabile garantire la correttezza dei dati inseriti o acquisirli con un formato specifico. La maschera di input può essere impiegata per catalogare varie tipologie di informazioni: numeri di telefono, email, codici postali, codici fiscali, numeri di carte di credito, orari, date (es. MM/GG/AAAA). Viene utilizzata nei casi in cui l’interfaccia utente richieda precisione e uniformità: moduli online, applicazioni aziendali, sistemi di prenotazione, siti di e-commerce, applicazioni mobili. L’utilizzo obbligatorio di un formato univoco, infatti, permette di ridurre gli errori, standardizzare i dati e renderli coerenti.

Oltre a semplificare e velocizzare il processo di immissione dati, le maschere di input contribuiscono a prevenire accessi non autorizzati e aiutano le aziende a raccogliere le informazioni in conformità con le normative esistenti. L’interfaccia strutturata e guidata, integrabile con sistemi già esistenti, consente di ottenere dati omogenei, che facilitano le analisi aziendali e la generazione dei report. La qualità dei dati può essere garantita mediante sistemi di controllo, che prevengono l’inserimento di informazioni non valide.

Maschera di output e interfaccia grafica

Il concetto di output mask può variare in base ai diversi contesti applicativi. In generale, si riferisce a un’area o a una finestra in cui vengono presentati i risultati elaborati da un sistema informatico. La maschera di output può essere, infatti, impiegata per presentare un report, i risultati di una query o altre informazioni richieste dagli utenti. La struttura ha il compito di mostrare le informazioni in maniera chiara e comprensibile. Pertanto, gli elementi che la costituiscono(disposizione dei dati, formattazione, grafica, colori ecc.) devono essere semplici e intuitivi.

In sviluppo software la maschera di output può indicare un’area all’interno di una Graphical User Interface (GUI), in cui vengono visualizzati i risultati o le informazioni elaborate dal software. La GUI è una particolare interfaccia mediante la quale gli utenti interagiscono con un dispositivo attraverso elementi visivi, come menu, icone e pulsanti, che risultano intuitivi e facilitano l’esperienza d’uso. Il primo esempio di interfaccia grafica fu sviluppato nel 1973 dai ricercatori dello Xerox Palo Alto Research Center, sotto la guida di Alan Curtis Kay e Douglas Carl Engelbart, considerato l’inventore del mouse. Alan Kay, vincitore di prestigiosi premi accademici fra cui il Turing Award, è fra gli ideatori di Smalltalk, uno dei primi linguaggi di programmazione orientato agli oggetti.

GUI e CLI: caratteristiche e vantaggi

Nel 1984 Apple produsse il Macintosh 128K, uno fra i primi pc ad avere un’interfaccia grafica utente con finestre, icone e mouse. Tuttavia, fu il lancio di Windows 95 da parte di Microsoft, con l’innovativo menu start, la barra delle applicazioni e l’accesso al browser Internet Explorer, a rendere l’interfaccia grafica parte integrante dell’esperienza quotidiana di milioni di utenti. Tra la fine degli anni ’90 e l’inizio degli anni 2000 la GUI divenne l’interfaccia standard del pc e affiancò la Command Line Interface (CLI), un’interfaccia testuale che permette di interagire con il sistema operativo inserendo i comandi mediante la tastiera.

Semplice e intuitiva, la GUI consente di cliccare, trascinare e rilasciare oggetti per eseguire specifici comandi. Risulta particolarmente efficiente per attività complesse che richiedono una visualizzazione dettagliata e facilita gli utenti meno esperti. Tuttavia, poiché incorpora elementi grafici, animazioni e transizioni richiede maggiori risorse di sistema rispetto all’interfaccia a linea di comando. Al contrario della GUI, la CLI viene impiegata solo da utenti esperti, soprattutto in ambiente Linux. La sua complessità necessita di una formazione specifica, ma presenta indubbiamente dei vantaggi: concede maggiore flessibilità e maggiore controllo, permette di fornire istruzioni al sistema in modo rapido e preciso, richiede meno potenza di elaborazione e un minore consumo di memoria RAM. Risulta ideale, pertanto, per la gestione avanzata del sistema e l’amministrazione da remoto.